Utero in affitto

Comitato “Di mamma ce n’è una sola”

Il 5 novembre 2013 è stato presentato a Montecitorio il Comitato “Di mamma ce n’è una sola”, per contrastare la pratica sempre più diffusa del cosiddetto “utero in affitto”. Si tratta del ricorso a donne, generalmente in stato di grave indigenza, che accettano di portare avanti a pagamento una gravidanza per conto terzi (coppie eterosessuali, omosessuali, single … ). Inutile dire che le condizioni del contratto non arricchiscono le madri surrogate, semmai le sfruttano!
Il figlio a tutti i costi, e secondo i propri canoni, è sempre più abbordabile (per chi se lo può economicamente permettere, si intende) e la maternità e la genitorialità sempre più snaturate.
Il Comitato, presieduto da Eugenia Roccella, vicepresidente della commissione Affari sociali della Camera, e coordinato a livello nazionale da Olimpia Tarzia, presidente del Movimento PER, ha l’obiettivo di sensibilizzare gli italiani su un tema che troppo spesso viene presentato da un’unica angolazione: quella dell’aspirante genitore (che siano uno o due è del tutto irrilevante), che è disposto a chiudere occhi, orecchie e turarsi il naso, pur di ottenere il proprio scopo, cioè il “prodotto finito”. Sì, perché a questo è ridotto un bambino nell’immaginario di chi accetta di mettere in atto una vera e propria compravendita.

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